Tra le attivazioni effettuate in qrp quest’estate, dall’alta valle di Susa ai fini MQC,la più spettacolare, dal punto di vista panoramico, è stata quella relativa al Forte Gondrand.

Questo forte situato a 2500m sopra il villaggio di Monginevro, Francia, venne costruito a fine ‘800 per contrastare una possibile avanzata degli italiani. Fa parte di una serie di fortificazioni messe in opera dai francesi per proteggere i loro confini; infatti dopo l’Unità d’Italia il nuovo Stato poteva rappresentare una minaccia. Tutta quell’area era un condensato di armamenti: oltre 70 cannoni erano puntati verso l’Italia, dislocati in varie postazioni.

Nel giugno del 1940 questo forte ebbe un nutrito scambio di colpi di artiglieria con lo Chaberton prima che questi fosse colpito da un proiettile di grosso calibro che distrusse alcune torrette causando purtroppo la morte di parecchi artiglieri italiani.

Durante l’inverno gli impianti di risalita permettono agli sciatori di utilizzare piste adatte a tutti i gusti, mentre in estate gli escursionisti possono raggiungere senza fatica il forte per poi proseguire per varie mete.

Ero già stato in più occasioni al Gondrand ma questa volta avevo con me tutta l’attrezzatura per le HF. Lo spettacolo di montagne che si presenta, una volta giunti al forte, lascia stupefatti. Come lascia stupefatti il lavoro immane costato a chi ha dovuto costruirlo in condizioni climatiche così difficili.

In breve, ho raggiunto il forte con due tratte di seggiovia ma non senza difficoltà in quanto, appena salito sul seggiolino del secondo tratto, il tappo di chiusura della canna da pesca è volato via, e gli elementi telescopici della stessa si sono estesi di alcuni metri. Ho dovuto lottare per buona parte del tragitto, impedito dallo zainetto e dalla borraccia, prima di avere ragione dei vari elementi e farli rientrare, con grande divertimento di chi mi seguiva.

Giunto finalmente in cima ho trovato il posto adatto ad installare il dipolo 20/40m ed in pochi minuti ho potuto iniziare le trasmissioni seguito, come di consueto, dai vari turisti attratti dalla novità di sentire chiamare CQ.

La posizione aperta a 360° con montagne si più alte, ma distanti alcuni km, mi ha consentito di collegare, con una manciata di watt, OM italiani nelle varie regioni, OM della nostra Sezione ed anche diversi europei; questa è la magia che si ripropone ad ogni mia attivazione in qrp.

In questo tipo di trasmissioni non sempre i qso messi nel sacco sono numerosi; a volte se ne raggiungono con fatica una decina, ma è proprio questa sfida che si propone ad ogni uscita a rendere interessante l’uso della bassa potenza. Se intendo collezionare parecchi qso lo posso fare da casa con antenne e potenze adeguate comodamente seduto su una sedia. Ma qui le cose cambiano: la ruvida pietra sostituisce il cuscino, una batteria da 300 gr alimenta una radio che sta in tasca, un filo sostenuto in qualche modo irradia quello che può, il vento sferza il viso e penetra nel collo.Tutto ciò nonostante la mia voce giunge al corrispondente che mi conferma il suo 55 ed io lancio un nuovo CQ .

L’attivazione si è conclusa con una ventina di qso la maggior parte in 40m con segnali nell’ordine del 59 mentre i corrispondenti mi passavano un 55, più che soddisfacente considerato la rapidità del set up della stazione e la potenza in gioco.

Devo dire grazie al MQC che, con i vari diplomi, offre molteplici opportunità di divertimento; si tratta solo di scegliere quello adeguato alle proprie forze.

Le condizioni di trasmissione sono le solite: KX2, batteria al Litio, dipolo 20/40, log cartaceo.

Ciao, Gianni I1UWF