L’idea di modificare la Hy-Gain AV-18VS, al fine di migliorarne il rendimento ed usarla in occasione delle attivazioni dei Castelli (Diploma DCI) , è nata da Giorgio IK1UWL mentre preparavamo, lo scorso inverno, una delle nostre serate a tema, quella relativa al calcolo delle antenne verticali con il programma di G4FGQ .
La AV-18VS viene normalmente impiegata in operazioni /p (stazione fissa) e presenta le seguenti caratteristiche:
- leggerezza
- rapidità nel montaggio;
- costituita da elementi telescopici robusti (nr 4 in totale), uniti da semplici viti;
- bobina di accordo alla base che consente di usarla dai 10 agli 80 m variando in numero delle spire mediante l’utilizzo di una presa a coccodrillo;
- altezza complessiva 5,50 m, mentre chiusa misura 1,80 m e può stare nella vettura;
- un paletto od una puntazza sono sufficienti per reggerla.
Nel decidere di modificare l’antenna si è tenuto conto di:
- farla risuonare nelle bande tra i 10 ed i 20 m ad ¼ d’onda, migliore resa per un’antenna verticale;
- impiego in 40 m o in 80 m con l’aggiunta della bobina (al momento si è deciso di costruire solo quella per i 40 m);
- ottimizzare la resa dell’antenna sistemando, come è noto a chi utilizza i programmi di G4FGQ, la bobina in posizione molto elevata (nel nostro caso a 4,20 m).
Per prima cosa Giorgio ha applicato alla base dell’antenna una presa so-239 per collegarvi il cavo coassiale ed una presa di massa dove connettere i radiali (nr 6 lunghi 5 m) ed ha eliminato la bobina originale.
Ha inserito quindi un “giunto” in teflon tra il 3° elemento ed il cimino (4° elemento), su tale giunto si posiziona la bobina, che è formata da 28 spire di rame argentato da 1 mm avvolto su un tubo di plastica del diametro di 60 mm opportunamente filettato per mantenere costante la spaziatura.
La nuova antenna in pratica è costituita da un mast (parte inferiore) lungo 4.20 m (telescopico) e da un cimino (parte superiore) lungo 80 cm; queste misure consentono di far risuonare l’antenna in 20 m come ¼ d’onda senza alcuna bobina.
Quando si opera in 40 m si inserisce, ad antenna montata, la bobina dalla parte del cimino ed il contatto avviene mediante due pinze a coccodrillo, una orientata verso il cimino ed una verso il mast (vedi foto).
Se si desidera operare in 20 m si toglie la bobina e la si sostituisce con un jumper sempre costruito con due pinze a coccodrillo (vedi foto).
Qualora si voglia trasmettere in 18, 21, 24.9 o 28 MHz semplicemente si fanno rientrare i tubi telescopici sino ad ottenere il quarto d’onda per la frequenza scelta.
La terza foto, in cui è immortalato il sottoscritto, è stata scattata allo scopo di offrire un confronto tra le dimensioni dell’antenna e la persona.
Come sostegno viene utilizzato un normale treppiede da macchina fotografica il cui tubo verticale è calzato nei due anelli della “culla”. Per il montaggio dell’antenna sono sufficienti 2-3 minuti; il cambio banda è questione di secondi.
I risultati estremamente positivi ottenuti nelle recenti attivazioni di castelli e torri (dove si è operato in zone anche chiuse come Castelmarzio, vicino a Badalucco) con ottimi segnali sia in 40 che in 20 m confermano l’efficienza dell’antenna.
Sono naturalmente a disposizione il martedì sera in Sezione per fornire ulteriori dettagli a chi, prendendo spunto da questa antenna, volesse costruirne una simile, utilizzando magari altri materiali che ha nel cassetto o semplicemente per simulare insieme le differenti rese con il programma di G4FGQ.
Un plauso a Giorgio IK1UWL per la decisione di modificare così radicalmente la sua antenna, per le semplici soluzioni tecniche che ha adottato e per la competenza dimostrata.
Rivolgo un invito a tutti: nella progettazione delle vostre prossime antenne verticali portatili la parola d’ordine deve essere bobina in alto.
73 de Gianni, I1UWF