Vorrei farvi partecipi di questa mia attivazione con un articolo ,scritto qualche settimana fa ,e che ho inviato anche a RadioRivista ; spero lo troviate interessante.

L’estate 2020 è stata caratterizzata, dal punto di vista della radio, da alcune attivazioni qrp in ssb ai fini dei diplomi Valichi e Rifugi , gestiti dall ‘MQC , che mi hanno permesso di restare immerso nella natura ed immune dal virus.

Rientrato a casa accarezzavo  l’idea di trasmettere , in HF per il diploma SOTA Int’l, sempre in QRP , da una vetta ; la scelta si è indirizzata verso il Monte Moro .Queste operazioni richiedono naturalmente delle condizioni meteo adeguate ed Il mese di Settembre ci offre delle giornate con un’atmosfera particolarmente limpida ed una temperatura invitante per un’escursione in montagna.

L’occasione si è presentata ai primi del mese quando le previsioni meteo segnalavano, per la nostra provincia , sereno e poca umidità nell’aria.

Il Monte Moro si trova su una dorsale che si estende per diversi Km lungo la valle Argentina, non lontano dalla città medievale di Taggia.

Questa cima ,sebbene sfiori appena i 1200 m , offre un panorama aperto su 360° che spazia da Genova a Montecarlo, compresa la Corsica ,per arrivare verso nord a cima Marta ed oltre.

Per raggiungere la vetta, una volta lasciata l’auto poco sopra Carpasio , occorre camminare per circa un ‘ora seguendo la cresta ,con l’inconveniente però di un continuo e faticoso saliscendi .

Caricato in spalla lo zaino dove avevo inserito la necessaria attrezzatura (radio,batteria,antenna, cavi ecc) ,e preso la canna da pesca utilizzata a mo’ di bastone sia in salita che durante la discesa per farmi largo tra i rovi , ho iniziato l’avvicinamento senza poter vedere la mia meta perché nascosta da alcune cime della dorsale. Grazie a Google earth avevo preso visione della zona e orientativamente conoscevo il percorso da seguire. A differenza di altre escursioni questa volta ero solo , nemmeno un pastore a cui chiedere lumi.

Il terreno è vario , brullo ,non ho trovato un vero sentiero ma solo tracce lasciate negli anni dagli animali e rovinate dalla pioggia ;mancano gli  alberi, si incontrano pochi arbusti e rovi che feriscono le gambe con le loro spine. Sono condizioni molto diverse dai sentieri e dalle mulattiere della valle di Susa con i quali mi sono confrontato ancora questa estate. Non ho trovato nemmeno una sorgente durante la mia escursione ; fortunatamente avevo con me un litro di acqua che ho centellinato nel corso del pomeriggio.

Caratteristica di questa dorsale è la sua estrema verticalità ; ad esempio potevo vedere solo i tetti delle case della frazione di Arzene ,situata 500m più in basso. Occorre prestare molta attenzione durante la salita , ma anche raggiunta la cima ,perché il rischio di scivolare per decine di metri e sempre dietro l’angolo. Contemporaneamente alla mia permanenza in vetta era in atto il salvataggio di un ciclista caduto in un dirupo, a meno di un km dalla mia posizione, e solo l’intervento dei vigili del fuoco ha risolto la difficile situazione.

 

Arrivato finalmente in vetta , dopo essermi riposato, goduto del panorama mozzafiato e reidratato , ho iniziato a montare il dipolo 20/40m . Qui sono incominciati i problemi: l’area della cima , pochi metri quadri, era invasa dai rovi e presentava parecchio sterco lasciato dagli animali che nelle scorse settimane vi pascolavano . L’unico posto dove fissare la canna da pesca, a sostegno del dipolo, era la croce . Mi sono dovuto arrangiare saltellando tra gli escrementi e facendo attenzione che i rami del dipolo non sfiorassero il terreno. Finalmente l’antenna era in posizione ma un colpo di vento ha fatto si che gli elementi della canna da pesca rientrassero abbattendo il tutto. Nuovamente rimesso in posizione il dipolo ero pronto per collegare alla radio l’ antenna e la batteria. L’atmosfera in vetta non è mai calma ,il vento soffia continuamente e ripararsi è praticamente impossibile; sebbene il sole fosse caldo ho immediatamente indossato un gilè che mi ha protetto e che non ho più tolto sino all’arrivo alla vettura ,mentre il k-way è rimasto nello zaino.  Il tempo trascorre veloce e ,tra un inconveniente e l’altro, erano giunte le ore 16  quando ho potuto lanciare il primo CQ in 40m ssb .

Mi hanno subito risposto diversi EA ,anche del nord della Spagna, con discreti segnali ; io gli arrivavo mediamente 55. Sono mancati gli italiani ,probabilmente la propagazione ,oltre ad essere debole, era anche lunga perché dopo gli spagnoli  mi hanno chiamato da PA, LA, OM,G. In 20m ho collegato solo Max IK1GPG , e girando in banda ho ascoltato pochi deboli segnali.

In queste avventure uso un log cartaceo , i qso li registro successivamente  su bblogger ; per regolare il volume della radio ,ha appoggiato la biro che si è infilata in una crepa della roccia su cui ero “comodamente” seduto ed ho dovuto trafficare non poco per recuperarla e continuare a scrivere i collegamenti.

L’attivazione è terminata con una quindicina di qso , non tanti ma un risultato più che soddisfacente dovuto al buon funzionamento dei vari componenti la stazione (radio, antenna ecc.) nonostante la minima potenza usata.

Il panorama dalla cima del monte Moro ,in una giornata particolarmente limpida e senza una nuvola, affascina e ti invita ad indugiare per goderne il più a lungo possibile, ben sapendo che difficilmente sarei ritornato su. Ho trascorso parecchio tempo nell’ammirare più volte i tanti particolari delle montagne circostanti  prima di riporre l’attrezzatura nello zaino .Sono purtroppo arrivate velocemente le 18 ed era il momento di prendere la strada per ritornare a valle.

La discesa è impegnativa quanto la salita, inciampare e prendersi anche solo una banale storta è cosa di un attimo ; questo comprometterebbe il rientro. In tutto il pomeriggio non ho incontrato anima viva, ero completamente solo sulla montagna.

Per evitare quei sali scendi faticosi ho aggirato una cima seguendo un rozzo sentiero che però mi ha portato in una zona nuova e non percorsa durante la salita.

Su quella dorsale non esistono punti di riferimento , come alberi , cappelle ecc ma solo il brullo terreno ; mi sono quindi trovato in difficoltà per ritrovare la via ,seguita solo qualche ora prima ,che doveva portarmi a raggiungere la vettura mentre le ombre della sera avanzavano rapidamente.

Fortunatamente ho individuato la strada sterrata percorsa in precedenza con la macchina e con una discesa quasi in verticale l’ho rapidamente raggiunta e percorrendola per poche centinaia di metri ho scorto , con gran sollievo, la mia auto,

Ho provato una grande soddisfazione nel portare a termine questa avventura, anche con gli inconvenienti che si sono presentati nel corso del pomeriggio e la fatica necessaria per arrivare in cima.

Come ha già detto in altre occasioni collegare OM distanti centinaia di Km con una manciata di watt e con una stazione in HF trasportata nello zaino ,per di più montata in poco tempo, è un’affascinante sfida che merita però di essere affrontata.

 

Condizioni di trasmissione : Elecraft KX2, batteria al litio, dipolo 20/40m

Ciao Gianni I1UWF